WASHINGTON

 

Avete voglia di una bella vacanza in un'isoletta tropicale con sabbia dorata e mare azzurro, magari quando da noi fa freddo e ai tropici una leggere brezzolina non ti fa neppure sentire il disagio della calura?..... NO????
Bè... allora avrei giusto da proporvi un viaggetto a Whashington verso metà giugno.

Non è proprio quello che cercavo ma non avrei potuto lasciare partire la mia mogliettina che ci doveva venire per lavoro. E così, dopo un'improponibile cambio aereo a Parigi, eccoci ai 45° della capitale USA, si ma non di latitudine, e neppure gradi Fahrenheit.
Non 45°, ma comunque un calore e una umidità insopportabile.

Alloggiamo in un hotel a circa 30km da Washington, vicino a Rockville.
Non so se è stato peggio il primo impatto con la camera da letto o il primo incontro ravvicinato con un panino ripieno di salse varie e non so cos'altro.

Visto che la Paola sarebbe stata impegnata durante il giorno il mio obiettivo era quello di curiosare e portarmi a casa un pò di ricordi fotografici (come fanno i turisti americani quando vengono nelle nostre città d'arte).
Per quanto riguarda le immagini di questa pagina ho inserito queste prime foto, più di effetto, all'inizio per non costringere chi ha meno tempo o pazienza a scorrersi tutte le miniature che seguono che sono invece in ordine cronologico.
Vicino all'hotel, il Double Tree, c'è la stazione della metro; qualche minuto per capire come funziona e per trovare una piantina ed eccoci.
Scendo alla prima fermata all'interno della città, risalgo in superficie, guardo il sole per orientarmi e mappa alla mano, punto verso la Casa Bianca. Facile riconoscerla: perchè già vista tante volte in TV, perchè è indiscutibilmente bianca e anche perchè sulla strada prospicente è accampata gente di ogni razza per rappresentare ogni genere di problema, necessità o idea.
Anche per solidarietà con costoro ho pensato anch'io di manifestare a favore di qualcosa di cui, se non il mondo intero, almeno Washington e la mia pancia avrebbero bisogno.
Ecco subito a fianco un palazzo, credo governativo, ed una signora di colore che, dall'inconsueto abito, mi ricorda i tempi dello "zio Tom".
Questa, sul lato sud, è la facciata opposta della residenza presidenziale.

Proseguendo sempre verso sud, dopo alcune centinaia di metri eccomi all'obelisco, innalzato in memoria di Washington (primo presidente degli USA).
E' è punto in cui si intersecano i due assi principali della città.
Purtroppo, causa lavori, non è avvicinabile.
Peccato! ... dai suoi 170 metri di altezza doveva offrire una vista fantastica (credo ci sia anche un veloce ascensore per i più pigri).
Nelle immediate vicinanze è poi presente una mostra che presenta ai turisti la storia della città.

Washington è una delle prime grandi città dopo l'era romana ad essere completamente stata progettata ex novo.
E questo plastico dà una immediata idea della sua artificiale geometria.
Sia i due assi principali che corrono sul verde pubblico del Mall, che le arterie diagonali, uniscono visivamente i quattro punti cardine della città: Casa Bianca, Campidoglio, memorial a Lincoln e a Jefferson.
Dall'obelisco mi dirigo a ovest verso il memorial a Lincoln che si riflette sul Reflecting Pool.
Dopo aver incontrato un bel pò di papere arrivo all'estremo ovest del Mall, il largo percorso verde che congiunge il Campidoglio (Capitol) a questo memorial.

Eccomi dentro.
Buongiorno Presidente.

Dal retro del memorial a Lincoln si può ammirare l'Arlington Memorial Bridge che conduce al cimitero di Arlington che centinaia di volte avrete visto nei film americani.

Ritorno indietro e subito incontro queste statue in ricordo dei caduti nelle varie guerre.

Superato l'obelisco, proseguendo lungo il Mall verso il Campidoglio, su entrambi i lati ogni fabbricato è un museo diverso.

Questo è il Museo Nazionale dell'Aria e dello Spazio, sicuramente uno dei musei più visitati al mondo.

Si va dalle pietre miliari del volo fino alle navette spaziali.

Di fronte c'è invece il Museo Nazionale di Storia Naturale.

Si va dall'elefante africano più grande mai catturato (sarà vero?)....

.... ai dinosauri e a milioni di altri esseri viventi (almeno in passato).
L'utilità di questi musei è anche quella di potersi rinfrescarsi un pò dopo il caldo torrido della camminata.
Non resisto al fascino di arrivare fino al Campidoglio e, dopo i circa 15 km percorsi oggi a piedi mi dirigo verso la prima stazione della metro, rientro in hotel e riesco a malapena a raggiungere il letto dove mi stendo e crollo.
L'hotel al suo interno è enorme e molto particolare ma le stanze, specie se si considera il costo del pernottamento non sono affatto accoglienti.
Capisco il perchè della lucentezza dei grattacieli americani, tutto acciaio e vetro: i vetri sono estesi per tutta la parete esterna ma sono "siliconati" anzichè avere infissi apribili; voi direte: "ci sarà naturalmente un impianto di ricambio dell'aria?"; niente di tutto ciò, anzi, una improponibile moquette si preoccupa di mantenere quell'orribile puzzo di fumo di cui è, non so da quando, intrisa.
Poi non bisogna stare sdraiati nel letto quando le donne delle pulizie stanno sistemando la camera accanto perchè, a causa delle pareti in cartongesso, tutta la stanza oscilla e può venire il mal di mare.
Camera d'albergo: la Paola studia.
Il retro dell'Hotel è a 100 metri dalla stazione della metro che a Rockville viaggia ancora in superficie.
Questa è la volta della metro nelle stazioni sotterranee....

e questa una carrozza.

Dove scendere oggi?

Vado a visitare il famoso cimitero di Arlington che occupa per intero la verde collinetta dietro il ponte ominimo.
Le lapidi sono tutte identiche e fra loro allineate.
Qui invece riposa Robert Kennedy e poco distante il fratello John e Jacqueline Onassis.
Qui si celebrano le funzioni funebri.
Subito davanti alcuni soldatini recitano in continuazione il cambio della guardia davanti ai turisti curiosi.

Riprendo la metro per proseguire a est e dopo essere entrato per errore al Pentagono (al cui interno può essere effettuato un tour) proseguo e scendo a Pentagon City.
Questo è un grande centro commerciale stile (direi) Liberty.

Terzo giorno e, tempo di dare un pò di indicazioni a turisti americani spaesati (io dopo due giorni conoscevo praticamente tutta la città e tutte le stazioni della metro), mi faccio un giretto a George Town.
La cittadina di George Town esisteva ancor prima della nascita di Washington da cui è stata incorporata quando la zona adiacente fu scelta come sede della capitale dei neonati Stati Uniti d'America.

Lo stile delle costruzioni è con evidenza molto differente da quello del resto della città, dove dominano palazzi molto freddi e spogli da qualsiasi espressione di vita cittadina.
Questo è un bel trompe-l'oeil (alla lettera "che inganna l'occhio").

Salto poi alla Union Station dall'altra parte del centro città.
Oltre ad essere stupenda presenta al suo interno un bellissimo centro commerciale.

A poche centinaia di metri e vicinissima al Campidoglio ecco la Corte Suprema, sede centrale del potere giudiziario, in marmo bianco e con colonne corinzie che ricordano un tempio romano.
Tornando verso il Mall vado a visitare la National Gallery of Art.
Questa parte credo sia dedicata all'arte moderna. Non mi intendo affatto di arte e apprezzo le cose solo quando mi colpiscono per la loro bellezza, per il loro fascino, per la loro espressione dell'ingegno o perchè in grado di "parlare" da sole.
Ho perciò preferito, a questa mostra, una esposizione, in un palazzo poco distante, di opere di Salvator Dalì.
Giorno successivo: visito il Jefferson Memorial (a sud dell'obelisco) e proseguo verso nord-est verso questo ennesimo memorial; non vorrei sbagliare ma mi sembra si riferisse alla seconda querra mondiale.
Altre sculture che si alternavano a cascate e giochi d'acqua.
Guardando indietro rivedo il Jefferson (terzo presidente) Memorial.
Bianchissimo (purtroppo in parte sotto ristrutturazione), visto su alcune cartoline con luci particolari e fioriture primaverili era davvero fantastico.
Altri 4 passi ed eccomi di nuovo al Lincoln Memorial per poi costeggiare il Reflecting Pool dal lato opposto rispetto al primo giorno.
Alcune sculture ai caduti del Vietnam non distanti da un'immensa lapide nera, lunga direi oltre 100 metri, con scolpiti i nomi di tutti i caduti americani di quella guerra.
Costeggiando il Reflecting Pool uno scoiattolo guarda curioso le papere (o viceversa).

Finalmente la Paola si libera un pò prima e mi segue nei miei giri.
A metà fra Rock Ville e Washington c'è Bethesda sede di un importantissimo ospedale.
La cittadina ha un aspetto più vivibile che non la capitale. Ristorantini e altri locali pubblici non mancano e queste sono alcune casette caratteristiche.

Questo invece è il centro di Rockville. Vedete una piazza, o qualche statua o invece qualche piccolo bar? Io no!
La strada da Wascington a qui è a 4 o 5 corsie per lato. In Italia ci saremmo accontentati di molto meno.

Primo giorno insieme a Washington: bisogna che faccia un riassunto alla Paola di tutto quello che ho visto.
Per fortuna, finalmente, anche una giornata dai forti colori a causa di un vento piuttosto sostenuto.
Il Mall è addobbato di tendoni in occasione di non so quale ricorrenza.

Ecco il Jefferson Memorial visto da nord così come lo si vedrebbe dalla Casa Bianca.
Smithsonian Memorial Castle.
A James Smithson devono la loro esistenza i musei e gli istituti di ricerca presenti sul Mall.
Lui, che mai mise piede in America, lasciò una cospicua eredità a questo scopo.
La Paola si rinfresca i piedi bollenti; io è meglio che eviti se non voglio fare evaporare tutto il laghetto; le scarpe comprate il giorno prima della partenza sono già distrutte.
Il Campidoglio è Bianco e bellissimo; la cupola sembra essere di marmo ma credo sia invece in ghisa verniciata di bianco.
Sempre loro (Paola e Capitol).
Qui ci sono anch'io.
In direzione della stazione c'è questa bellissima fontana.

Ma anche la stazione non sfigura affatto.

Eccone di nuovo l'interno.
Un piccolo animale domestico ne fa la guardia.
Dalle cartoline viste in città avevo capito che valeva la pena visitare Washington di sera anche se molti consigliano prudenza. La Paola era in effetti un pò preoccupata ma io, con un cielo così non me ne sarei andato tanto facilmente.
Si sta facendo buio e la bianchissima cupola, sapientemente illuminata assume un aspetto fantastico.
Due Limousine scaricano un gruppo di ragazzi e ragazze in maschera uscita da non so quale festeggiamento.
Vengono organizzati tour anche notturni in città alla visita dei bellissimi monumenti.
Questa immagine parla da sola.
E' stata sufficiente un'ora, anche grazie alla giornata molto tersa, per superare come emozioni e fascino tutto quanto visto nell'intera settimana.
La fontana cambia di colore in continuazione.
Ecco una fontana di fuoco.
Il prezzo del pernottamento non comprendeva la colazione.
Spesso, nel mangiare, sono un abitudinario e qui, tutte le mattine, assaporavo le stesse cose.
La cosa che ci faceva arrabbiare ma anche divertire è che ogni giorno il prezzo della colazione era diverso, ma non di poco, anche 3 volte in più. E tutti i giorni lo dicevamo al personale, ma il giorno dopo il gioco continuava.
Ultimo giorno: in attesa dell'ora del rientro torniamo verso George Town, la zona sicuramente con più negozi (rispetto al centro di Washington non ci vuole molto).

e visitiamo un'ultimo centro commerciale molto elegante.

Benchè io prediliga altro genere di viaggi, mi è parso utile avervelo raccontato nel caso un giorno decideste per una capatina a Washington; ma non fate come noi che non siamo neppure riusciti a visitare a New York.

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