MALDIVE

 

Fine novembre 1995: quale può essere una vacanza poco impegnativa, senza tanti spostamenti ma in grado di far provare comunque grandi emozioni?
E dove vedere le sabbie più bianche, un bellissimo mare e tanti simpatici pesci?
E così, anche perchè per la prima volta mi portavo dietro la mia dolce metà, era finalmente giunto il momento delle Maldive.
Mi aspettavo quindi dei colori incredibili.
Mi aspettavo tanti pesci variopinti.
Mi aspettavo un mare stupendo e tanto divertimento.
Mi aspettavo incontri ravvicinati con animali di ogni tipo.......
proprio di ogni tipo...? No! Arriva anche il momento nella vita che bisogna fare le persone serie. 
Dopo tante aspettative esotiche, invece, il primo animale che vedo è un.... sì direi proprio un bianchissimo coniglio.
E anche le abitudini dei maldiviani non sembravano essere molto diverse dalle nostre;
....ma basterà poco a capire che eravamo approdati in un paradiso della natura.
Ma partiamo dall'inizio della storia.
Fun Island è nell'atollo di Male sud; ti ci portano in motoscafo in circa 40 minuti dopo naturalmente il solito viaggio in aereo con tutti i soliti intoppi, ritardi, scioperi, guerre civili ecc.
Questa immagine è per mè un concentrato di ricordi, ogni metro di spiaggia e di barriera aveva un suo fascino diverso.
Farò spesso riferimento ai luoghi indicati nell' immagine di Fun Island, alla vicina isola dei giapponesi, ma soprattutto alle due isolette deserte raggiungibili a nuoto e alla barriera corallina interna e al reef esterno.

Queste invece erano le casette, a pochi metri dalla riva, nelle quali si viveva.

Alle Maldive, specialmente in questa stagione, non manca il brutto tempo. Però qui anche le nuvole hanno il loro fascino, e fantastici sono i contrasti fra il cielo scuro e il colore del mare o della sabbia quando qualche raggio di luce riesce a passare.
Qui siamo davanti alla nostra casetta, la n.126.
Qualche effetto sulle foto serve solo per rendere meno personale il racconto.
Dietro la scogliera vive, da almeno un anno, una murena bianca; lo sapevo perchè avevo una piantina tipo carta del tesoro che un mio amico, che mi aveva preceduto, mi aveva preparato con indicati i punti più particolari dell'isola.
La punta nord dell'isola era bellissima; una lingua di sabbia si allungava verso la prima isoletta deserta e c'erano solo 50 metri da fare a nuoto, con una corrente però notevole, per poter passare di là.
Bastava non farsi prendere dal panico e diventava solo un divertimento (un pò più impegnativo solo quando mi portavo dietro la reflex, cercando che non si bagnasse).
Ecco alle spalle la prima isoletta.
Fra la prima e la seconda isoletta un altro passaggio ancora più stretto e con più corrente, che svaniva progressivamente se ci si lasciava andare poichè la corrente si apriva e ti trascinava dolcemente nella secca che arrivava fino alla barriera corallina interna.
E nella secca non mancavano simpatici pesci colorati.
Finalmente arriviamo alla punta nord della seconda isoletta; un posto veramente da sogno.
La corrente che arrivava da est (a destra nella foto) creava delle insenature nella sabbia profonde e ripide.
Oltre la punta proseguiva, per oltre cento metri, una secca con 10 cm di acqua e una corrente che se ti sdraiavi ti trascinava via.
E capirete anche perchè ti veniva voglia di correre.
Un tuffo in queste insenature o piscine naturali era davvero una cosa fantastica, soprattutto alla faccia delle nebbie, del lavoro, della routine quotidiana e del nostro "progresso".
Permettetete anche a me un attimo di distrazione.
Colazione, pranzo e cena, di solito tutto a buffet, in costume o calzoncini.
E via di corsa verso la barriera interna con maschera e pinne.
Questa è la romantica casetta; una bella camera con bagno con ampia vetrata sul mare e vista dell'alba.
Vista dal pontile verso nord.
La Paola in esplorazione.
Non sempre l'otturatore della mia Minolta sub era più veloce dei pesci che non ne volevano sapere, ma qui lui (o lei?) sembrava quasi contento di posare per me.
Pesciolini neri vicino a riva.
Ecco il pontile. Almeno 200 metri attraverso la lunga secca per portarti fino alla barriera interna.
In cima attraccavano barche e motoscafi per l'arrivo e la partenza dei turisti.
Ne arrivavano e partivano una dozzina al giorno.
I maldiviani erano alla reception e al ristorante a lavorare; le maldiviane vivevano chinate a 90 gradi impegnate a spazzare la spiaggia.
Di nuovo il pontile. Poichè spesso si partiva da riva a nuoto per andare in perlustrazione alla barriera, c'era il grosso rischio, se si decideva di tornare a piedi sul pontile, di accorgersi solo a metà strada, quando i piedi si erano asciugati, (e quando ormai era troppo tardi per tornare indietro) che le tavole di legno scuro che lo componevano erano bollenti. Unica salvezza avere qualcosa (di solito le pinne, per fortuna) su cui appoggiare i piedi.
Tutte le mattine sveglia alle 6 per vedere l'alba e cercare di fotografare gli aironi che si fermavano a nord dell'isola. Ma come vedevano che mi avvicinavo volavano via.
Questa era l'unica barchetta dell'isola che ti poteva portare alla vicina isola dei giapponesi.
Vista dal pontile delle capanne in cui c'era reception e ristorante, oltre ad un paio di negozietti.
Intanto, nei tempi morti, mi divertivo a dipingere (sarà vero?).
Il lato est dell'isola, qui siano davanti alla nostra casetta, aveva una secca di 7-800 metri che arrivava fino al reef sull'oceano.
Quando c'era bassa marea l'acqua non superava i 50 cm.
Dopo tante faticose levate all'alba c'è stato il mio tracollo del fisico. Mezza giornata nel letto e poi nel pomeriggio, approffittando di una incredibile bassa marea, una tranquilla camminata fino alla prima isoletta deserta.
Un simpatico incontro con una piccola razza.
La razzina, un pò giocherellona, punta contro la Paola per cercare di passargli sotto le gambe.
Arrivati all'isoletta deserta c'era una strana scritta della quale sospetto l'autore.
Il ritorno, con la marea che saliva e il sole che calava, è stato un pò più emozionante specialmente quando stavamo per pestare un lungo e sottile bastone scuro che poi è partito a razzo, anzi a razza visto che credo si trattasse proprio della coda di una di quelle grosse "sogliole".
E tutte le sere su e giù per il pontile a caccia di curiosità.
Questo l'ho rincorso in acqua ma è stato più veloce lui.
Quando ne ho visto uno un pò più grosso, mentre facevo il bagno, sono stato molto più diplomatico però.
E quando la marea scendeva particolarmente, arrivare al reef esterno e camminare nei sentieri sabbiosi offriva uno spettacolo veramente interessante. Per i 100 metri di spessore del reef maree di stelle e conchiglie per la passione della Paola che, nonostante si fosse fatto già buio, ancora non riuscivo a portare indietro.
Ecco una stella marina che aspettava che l'acqua risalisse.
Di nuovo sull'isola; quando il tempo è bello il mare è tranquillo.
Mo ogni tanto arriva il temporale e si alza il vento all'improvviso.
In questi frangenti il windsurf mi è mancato molto.
Sfrecciare fra tutte le isolette su quest'acqua azzurra sarebbe stata una sensazione irripetibile.
Un'aquila di mare passa sotto il pontile.
Finalmente, dopo lunga caccia, riuscivo a fotografare gli aironi che di giorno si nascondevano solitamente sul verde delle isolette deserte.
Un'altro airone con dietro l'onda dell'oceano che rompe sul reef.
Il vento tirava sempre da est; di solito da 3 a 5 metri al secondo, cioè quanto basta per non farti sentire troppo il caldo anche nelle zone un pò più riparate.
Il fantasma di un granchio amante dell'abbronzatura.
Di nuovo seconda isoletta deserta. Qui ci siamo arrivati a volte anche a nuoto seguendo tutto il reef interno. Per fortuna branchi di grossi pesci ti accompagnano e ti danno sicurezza. L'incontro solitario con squaletti di un paio di metri, specialmente dopo averne visto la velocità, dal pontile, all'attacco di altri pesci, non sarebbe stato troppo gradito.
In cima alla seconda isoletta troviamo una ragazza casualmente anche lei di Cesenatico (quant'è piccolo il mondo) che, dopo un battibecco con l'amico si era cercata un posto isolato e prendeva il sole senza troppa attenzione. Risultato: grossa spellatura nel giro di 2 giorni.
La Paola si stira per prepararsi ad una nuova dura giornata di "lavoro".
Ed ecco, una razza di almeno tre metri di lunghezza si appoggia sul fondale vicinissima a noi e poi, disturbata da me che gli ronzo attorno per fotografarla, fugge sfiorando la Paola.
Forse questa per me è stata l'emozione più grossa di tutta la vacanza.
La cima del pontile di giorno era il punto più semplice per partire nell'esplorazione della barriera interna; ma era anche un punto di ritrovo serale; dopo la cena si andava infatti a lanciare pezzetti di pane alle centinaia di pesci golosi che ronzavano attorno.
Anche le banane erano molto gradite.
Pesciolini neri.
Tre aquile di mare giocavano sotto di noi subito fuori dalla barriera.
Questo è il lato est di Fun Island.
Questa è invece la vista da sud-ovest verso nord.
Stessa zona mentre rientriamo da una passeggiata verso la parte sud dell'isola.
Finalmente andiamo a Olhuveli, l'isola dei giapponesi subito a sud della nostra. Sebbene da questa foto non sembri, non è assolutamente da paragonare a Fun Island. Quello che da noi era legno qui è cemento. In particolare il pontile era veramente osceno.
Notare il colore del mare.
La Paola mi tratteneva mentre cercavo di farla finita al pensiero di dover ritornare in patria.
Alla fine della vacanza è il paguro a vincere il premio del più simpatico.
Se lo tieni troppo in mano si stufa e ti lascia la casetta per cercarsene un'altra.
Questo (che sembra avere anche l'occhio intelligente) è un paguro modesto, con una conchiglia su misura, altri soffrono invece un pò di megalomania.
Ma Natale è alle porte e si avvicinano i preparativi.
Settimane di lavoro e milioni di lucine hanno però dato i loro frutti.
La Paola non gradisce troppe foto e mi fa le boccacce... e io la bendo!
Questi sono invece gli effetti di 2 settimane di sole senza creme.
E purtroppo siamo sulla strada del ritorno.
Ecco una moschea a Male, la capitale.
Ecco invece il mercato al coperto.
Questa è infine una delle case del presidente.
Ciao Maldive.... vi penserò tanto.

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